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Mafia
capitale
Gabbiani e persone perbene
Il
comune di Roma potrebbe dotarsi di un nuovo simbolo. La Lupa rinchiusa da anni in
pochi metri quadri di terreno scavati sotto il
Campidoglio, povera bestia innocua, verrebbe liberata. C’è il gabbiano che
domina sui tetti della città e sul biondo Tevere adatto a sostituirla. Il
simpatico gabbiano che ogni giorno indisturbato puoi vedere
mentre preda un piccione a colpi di becco, lo stordisce, lo sventra e
se lo mangia. Perché ci sono tanti gabbiani a Roma? Come i turisti ci sono
per i monumenti, i gabbiani ci sono per l’immondizia che deborda dai
cassonetti e che li nutre. E chi si occupa dell’immondizia a Roma? Anche la
cooperativa 29 giugno, quella creata da Buzzi. La retata dell’alba di giovedì
mattina, 44 arresti, 19 in
carcere e 25 ai domiciliari, insieme ad altri 21
indagati a piede libero, ci ha ricordato che l’inchiesta “Mafia Capitale” è
ancora viva. A guardare i nomi dei nuovi arrestati, l’ex presidente del
Consiglio comunale e consiglieri vari, un assessore alla casa, un capo di
dipartimento delle Politiche sociali del Campidoglio, il sindaco di un comune
dell’hinterland romano, dirigenti della Regione, c’è credere che questa
inchiesta sia destinata ad espandersi ulteriormente. Le dinamiche
dell’organizzazione mafiosa diretta da Carminati, e Salvatore Buzzi, sono
stati tali da riuscire ad estendere la loro rete di pratiche corruttive e
rapporti collusivi, in modo da assicurarsi buona parte degli appalti e dei
finanziamenti della Regione Lazio, del Comune di Roma e delle aziende
municipalizzate. Il sindaco Marino di fronte a tutto questo è convinto di
potere contare su un numero sufficiente di “persone perbene”, impegnate a
difendere la qualità di vita e la dignità che la Capitale merita. Siamo
convinti delle sue buone intenzioni, infatti Marino
non ha messo accanto alla statua equestre di Marco Aurelio, quella di Buzzi,
come pure gli suggeriva un consigliere comunale del suo partito ora agli
arresti. Il problema è che non si può considerare soddisfacente una
situazione per la quale domani chiunque del consiglio comunale o
dell’amministrazione, può essere ancora arrestato. Marino si sente sicuro. I
cittadini a leggere i giornali crediamo lo siano molto meno. Questo è il
momento giusto perché il sindaco rimetta il mandato e consenta a Roma di
ripartire, azzerando una situazione che per chiunque, con un po’ di buon
senso, è divenuta insostenibile.
Roma, 4 Giugno 2015
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